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Fiscalità e Creatività n.3 . Regini agevolati: minori imposte e a volte anche contribuzione ridotta

Pubblicato 2017

 

REGIMI AGEVOLATI: MINORI IMPOSTE E (A VOLTE) ANCHE CONTRIBUZIONE RIDOTTA

 

Nella “puntata” precedente abbiamo preso in considerazione la possibilit di aprire partita iva per gestire la un’attività, piccola o grande, di vendita di beni o di prestazioni di servizi.
Il timore che più spesso tocco con mano è quello intanto di non capire esattamente come muoversi tra adempimenti, uffici e pagamenti, e, non in secondo piano, di dover pagare troppo, addirittura più di quello che si incassa.

Questo è un timore legittimo o si tratta di leggende metropolitane?
E’ così da sempre o negli anni abbiamo assistito a qualche apertura e semplificazione?

Di certo gli adempimenti sono numerosi e i pagamenti incalzanti, ma secondo la mia esperienza, negli anni qualcosa sta cambiando davvero, e in meglio. Cambia la mentalità degli uffici (Agenzia delle Entrate in primis e – molto più lentamente – anche Inps) per cui i sacrifici di chi ci ha preceduto potrebbero non essere stati del tutto vani.

Innanzitutto dobbiamo capire in cosa consistano i principali pagamenti.
Quelli che dal lavoratore dipendente non vengono percepiti, ma ci sono, e ricadono sul datore di lavoro.
I versamenti da fare sono di due tipi: le imposte sul reddito che produciamo con la nostra attività, e i contributi previdenziali da versare per ottenere la pensione.

Purtroppo i più gravosi, spesso, sono questi ultimi, anche perché diretti a un ente, l’Inps, poco propenso al dialogo e alla flessibilità, e tra l’altro percepito come poco affidabile nel lungo periodo (parleremo più avanti anche di previdenza complementare).

Quindi nel calderone dei pagamenti annuali, solo una parte riguarda la vera e propria tassazione, l’altra consiste nell’accantonare risorse per la vecchiaia.
Tra i due tipi di versamenti le aliquote sono diverse.

Nel caso delle imposte le aliquote sono numerose, prevedono una prima soglia di esenzione, e si avvalgono di deduzioni e detrazioni che ci favoriscono riducendo la base imponibile sulla quale applicare l’imposta o in diminuzione dell’imposta stessa.

Le imposte si versano con un meccanismo di acconti e saldo, per esempio a partire da giugno di quest’anno si pagano il saldo dell’anno 2016 e il 1° acconto 2017, alla fine di novembre il secondo acconto 2017 e nuovamente a partire dal prossimo giugno il saldo 2017 e il 1° acconto 2018… e così via.


Dal punto di vista previdenziale, invece, chi apre una attività facente parte dell’area della creatività può doversi iscrivere all’Inps con una di queste gestioni, alternative tra loro:

-    Artigiani, quando la parte manuale dell’attività sia prevalente;
-    Commercianti, quando prevalga l’elemento vendita (di beni) sulla creazione stessa;
-    Gestione separata, nel caso in cui ad essere determinante sia l’elemento della consulenza (es. ideazione di loghi e simili).
Queste gestioni, con aliquote importanti, si distinguono fortemente a seconda di questo elemento: che la contribuzione sia prevalentemente fissa o percentuale.

Ovvero:

-    Nella gestione Artigiani e Commercianti, purtroppo, i versamenti sono dovuti indipendentemente dal fatturato. Cioè che si venda o no, per il solo fatto di essere iscritti bisogna pagare quattro rate annue, i cosiddetti contributi fissi.

Questi contributi coprono solo fino ad un certo reddito, pertanto se il reddito a consuntivo si rivelasse superiore bisognerebbe anche integrare i versamenti con degli ulteriori pagamenti (cosiddetti contributi eccedenti il minimale).

-    Nella Gestione Separata, invece, i contributi possono sembrare a conti fatti più elevati (l’aliquota è molto alta) ma perlomeno vi è il vantaggio di pagare solo se vi è reddito. Per assurdo, se un anno non si vendesse nulla, nulla andrebbe versato all’Inps.

Anche l’Inps, in tutte le sue forme, si paga con un meccanismo di acconti e saldo analogo a quello delle imposte sui redditi sopra descritto, con l’aggiunta delle 4 scadenze dei contributi fissi che caratterizza le Gestioni Artigiani e Commercianti.

La presenza dei contributi fissi per le gestioni Artigiani e Commercianti terrorizza chi volesse partire con un nuovo progetto.

Come superare questi timori?
Come Commercialista cerco sempre di dare un duplice consiglio.

Innanzitutto, per imparare a distinguere tra quella che è l’entrata finanziaria dal guadagno finale che avremo una volta pagate tutte le imposte, i contributi e le spese dell’attività, dovremmo prendere l’abitudine di accantonare (su un conto deposito che si appoggi al nostro conto corrente, su un altro conto corrente ecc.) una percentuale dei nostri guadagni da dedicare al pagamento di imposte e contributi.

Per esperienza, infatti, non basta fare mente locale e avere presente che i pagamenti arriveranno, ma è più efficace distaccare materialmente (magari una volta al mese o più se possibile) una quota degli incassi da tenere pronta per pagare quando è il momento.
Questo ci aiuterà a capire subito quanto realmente ci rimane in tasca delle nostre vendite.

Poi dobbiamo essere bene attenti a scegliere il regime più adatto a noi.
Oggi esistono regimi agevolati che, nati per far emergere lavori tipicamente in nero, o per mettere in regola chi ha un altro lavoro e vi affianca un hobby “remunerativo” o semplicemente vuole sondare come reagisce il mercato alla propria creatività prima di spiccare il volo, permettono da un lato di contenere le imposte, poi di ridurre gli adempimenti, con un duplice beneficio in questo caso, sia di permettere alle persone di orientarsi meglio tra le scadenze che di risparmiare sui costi del commercialista il quale, avendo meno adempimenti, può permettersi di chiedere compensi più contenuti.

Questi regimi in realtà sono due ma solo uno praticabile per chi inizia la propria attività ora: il regime forfettario, che sta inglobando anche il regime dei minimi, nei quali oggi permane chi mantiene in via residuale certi requisiti ma che si spegnerà pian piano.

I vantaggi di questi regimi consistono nel non avere Iva da versare o comunque da conteggiare, non avere ritenute d’acconto, non pagare né Irpef né Irap né addizionali regionali e comunali ma solo un imposta sostitutiva di tutte questa ad una aliquota contenuta, di non avere studi di settore e…. attenzione perché è dell’altr’anno questa grande novità, tanto attesa: di contenere anche la contribuzione fissa di Artigiani e Commercianti che diminuisce del 35%. Non male quindi, ma visto che le peculiarità di questo regime sono molte e tutte interessanti, voglio approfondire meglio questo argomento nella prossima puntata, confrontandone virtù e limiti.

A presto!

Nota: si segnala che ciascun caso deve essere approfondito singolarmente, e che i temi trattati non si intendono esaustivi della materia e degli adempimenti necessari.

A cura di:
Elisa Antolini
Dottore commercialista e revisore contabile
Via E. Grazioli, 48
40061 Minerbio (BO)

Mail: elisaantolini@hotmail.com
Facebook: StudioElisaAntolini


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